Arriva il piano energia della Commissione Europea – A circa un anno dalle prime impennate dei prezzi energetici la Commissione Europea guidata da Ursula Von der Leyen ha presentato, ma deve ancora essere approvato dagli stati membri, un proprio piano di intervento con l’obiettivo di affrontare il caro prezzi del gas e assicurare la sicurezza delle forniture per questo inverno.
Ovviamente queste misure che riguardano di fatto l’indirizzo di politica industriale degli Stati, sono al di fuori delle competenze della Commissione ma poco male, ormai il continente sembra aver del tutto rinunciato a contrastare la bulimia di competenze della Commissione.
La commissione ha la memoria corta
Il piano propone di accostare al prezzo indice del gas trattato sulla borsa di Amsterdam (che funge a sua volta da prezzo di tutta l’energia consumata nell’Unione), un altro prezzo indice ovvero quello del GNL (il gas liquido guarda caso di importazione americana).
Il fatto che tutti i paesi membri siano oggi assurdamente appesi alla borsa di Amsterdam dipende proprio dalle imposizioni passate della UE, che con le sue regole di funzionamento del mercato unico e sulla concorrenza ha impedito agli Stati e agli operatori e intermediari nazionali di operare in maniera autonoma (e quindi in maniera più flessibile e più attenta alle esigenze delle differenti economie nazionali).
Malumori a Parigi
Di più, l’accostamento del GNL al prezzo indice fa chiaramente intravedere una volontà della Commissione di legarci mani e piedi alle importazioni energetiche americane, nel lungo periodo strutturalmente più care rispetto a quelle russe di cui beneficiavamo in passato. Questo punto è talmente macroscopico ed ha delle ricadute così forti sull’economia reale che la Francia ha accusato gli USA di fare speculazione sulla pelle degli europei.
La creatività italiana
Dulcis in fundo vengono annunciati acquisti in comune per una percentuale del 15% del totale (gli Stati rinunciano quindi alla sovranità energetica in favore della Commissione che potrà avere diritto di vita e di morte sulle loro forniture) e si introduce il fantomatico “price cap dinamico”.
L’ispirazione è chiaramente italiana, d’altra parte riuscire a proporre contraddizioni in termini come quella tra “price cap” e “dinamico” e’ tipico delle nostre parti dove si è teorizzato nulla di meno che della “flat tax ad aliquota variabile”. Una contraddizione in termini insomma.