Giancarlo Giorgetti al Ministero dell’Economia e Finanze nel nascente governo Meloni.
Una nomina non da poco quella al MEF, poiché le finanze italiane sono notoriamente attenzionate da Bruxelles e Francoforte e, purtroppo, la nomina di Giorgetti non promette nulla di buono.
Noto per essere stato una sorta di serpe in seno alla Lega di Salvini nella sua fase sovranista, in buoni rapporti con Draghi – già suo ministro al Ministero dello Sviluppo Economico – è stato il fautore dell’appoggio leghista all’ultima ammucchiata di governo PD-M5S e Forza Italia.
Il Governo “Giallo-Verde”
Ai tempi del governo gialloverde era noto per le sue visite a Washington e i suoi contatti “rincuoranti” con le istituzioni europee, presso le quali si è sempre presentato quale uomo di garanzia, gradito ovviamente al Quirinale e agli altri salotti bene e poteri forti di ogni salsa di casa nostra.
Massoneria
In passato, un imprevedibile Umberto Bossi l’aveva additato davanti alle telecamere quale membro della massoneria, con tanto di rabberciata smentita in diretta dell’interessato, comunque ben poco credibile, come il bambino colto con le mani nella marmellata.
Commissione EU
La nomina di Giorgetti induce a pensare che la gestione della politica economica italiana sarà ancora una volta condotta in maniera prima alle direttive della Commissione Europea e verosimilmente aggrappata ad elemosinare fondi tramite PNRR e strumenti similari, ovviamente volti a completare il processo di graduale e silenzioso trasferimento di sovranità e competenze fiscali dagli Stati Membri alla Commissione.
La realtà
Purtroppo, questa è la realtà e la sostanza di un governo targato Fratelli d’Italia, sovranista e identitario solo di facciata: le nomine di Fontana e La Russa alle due camere, tanto contestate dalla sinistra, sono solo uno specchietto per le allodole per le anime belle che hanno votato convintamente Giorgia Meloni in quanto sovranista, ma così facendo hanno dato la maggioranza al governo che più di tutti attuerà l’espropriazione della nostra sovranità nazionale in favore di Bruxelles.