Il conflitto israelo-palestinese: recensione del libro di Youssef Hindi (Edizioni all’insegna del Veltro)
Era il 7 ottobre 2023 quando Hamas, organizzazione palestinese, decise di intraprendere una vasta operazione militare contro lo stato d’Israele.
Ciò che non sappiamo o, per meglio dire, non vogliamo sapere fingendo sulla loro inesistenza, è che da allora Israele compie massacri ai danni di civili palestinesi. In spregio al diritto internazionale umanitario e nonostante le molteplici dure condanne dell’Onu, i palestinesi sono condannati alla fame e all’oppressione. Youssef Hindi, a proposito del conflitto israelo-palestinese, scrive nella sua recente pubblicazione (luglio 2024) edita da Edizioni all’insegna del Veltro:
“Il conflitto israelo-palestinese è ad una svolta storica decisiva. Sembra che dirigenti sionisti, più fanatici ed estremisti che mai, vogliano farla finita coi Palestinesi, a Gaza come in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, dove la colonizzazione e gli espropri hanno conosciuto un’accelerazione negli ultimi anni”.
L’autore illustra, con dovizia di particolari, i passaggi storici che hanno portato alla guerra civile in una regione dove gli Ebrei non avevano mai subìto discriminazioni.
Il susseguirsi delle vicende comincia dai primi insediamenti ebraici negli anni 1870-1880 fino ad arrivare ai giorni nostri, alla carneficina in corso a Gaza, appunto. Oggi, a Gaza, i bambini muoiono per mancanza di cibo e di acqua. Spesso è intervenuto il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, per condannare i crimini commessi dagli israeliani.
Nell’ultimo degli undici capitoli di cui si compone il libro, Youssef Hindi descrive la dottrina Hannibal “elaborata ed adottata dall’esercito israeliano nel 1986 come reazione alla cattura dei suoi soldati in Libano. Questa dottrina si riassume così: “I rapimenti devono essere fermati con ogni mezzo, anche a prezzo di colpi e di danni da infliggere alle nostre forze”. Forse, come spiega l’autore, avrà cambiato nome, ma la dottrina Hannibal pare sia tuttora in vigore.
Dall’excursus degli avvenimenti che hanno visto coinvolti, oltre ai due popoli attori principali, l’intero Medio Oriente ma anche Stati di aree geografiche lontane – vale a dire Stati Uniti d’America, Gran Bretagna e l’ex Unione Sovietica – si ricavano le reali intenzioni di Israele, contraddistinte dal voler realizzare la pulizia etnica e la cacciata definitiva di chi ha sempre abitato in quelle terre. I numeri lo confermano.
Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, dal 7 ottobre sono stati uccisi 38.584 palestinesi e 88.881 feriti nel corso dell’offensiva militare israeliana su Gaza dopo il 7 ottobre 2023. Gaza, riporta Save the children (l’organizzazione a difesa dei bambini), “si trova nella confusione più totale e nelle condizioni attuali è quasi impossibile raccogliere e verificare le informazioni, ma si stima che almeno 21 mila bambine e bambini siano dispersi nel caos della guerra a Gaza.
Questo dato include: 17.000 bambini non accompagnati e separati, 4.000 bambini sepolti sotto le macerie, mentre un numero imprecisato si trova in fosse comuni. Per i minori fatti sparire con la forza, un numero indefinito è detenuto e trasferito fuori da Gaza”. A conclusione del libro, Youssef Hindi prevede che il conflitto tra israeliani e palestinesi possa fare da detonatore per una terza guerra mondiale, in cui le grandi potenze si divideranno sui due fronti contrapposti. “Perciò i Palestinesi musulmani e cristiani, combattendo per preservare ciò che resta della loro terra e dei luoghi santi, sono nella prima linea di una lotta che riguarda l’umanità intera”.
Matteo Pio Impagnatiello