Moussa Sangare: quando i nuovi italiani che vorrebbe il PD uccidono – L’omicidio di Sharon Verzeni getta nuovamente discredito su quella corrente di pensiero che vuole la cittadinanza facile per gli immigrati.
Mentre si parla di ius soli e ius scholae, un immigrato con cittadinanza italiana, Moussa Sangare uccideva senza motivo apparente una ragazza colpevole solo di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Così mentre la propaganda democratica già scaldava i motori per poter inveire contro l’ennesimo femminicidio perpetrato da un italiano è il tragico fatto è finito con l’arresto di un allogeno tra le altre cose già segnalato alla polizia per per maltrattamenti ai danni della madre e della sorella (a cui aveva puntato un coltello alla schiena).
La notte del delitto aveva prima minacciato 2 ragazzini.
I giornali progressisti hanno subito apostrofato nei loro titoloni l’assassino come “un italiano” salvo poi specificare nell’articolo che in realtà si trattava di chi è italiano solo su carta.
Quegli stessi giornali che quando il delinquente è “ancora” straniero, lo indicano come una generica persona con una determinata età. Quasi che si voglia nascondere che l’immigrazione crea solo problemi che nessuno vuole risolvere, cercando in tutti modi di convincere la gente che il gene criminale dipenda solo dall’italianità, sia essa di stirpe o semplicemente documentale.
E come nel Regno Unito o in Germania, invece di prendere atto che l’immigrazione incrementa inevitabilmente la criminalità, si preferisce manifestare contro il razzismo.
Ancora una volta il cosmopolitismo ha ucciso, nascondendosi dietro fascismo e razzismo per giustificarsi e nascondere i propri fallimenti.