PERCHE’ KAMALA HARRIS NON E’ DIVERSA DA JOE BIDEN?
L’Agenzia Reuters sostiene che la Russia abbia attivato le forniture di petrolio e prodotti petroliferi alla Bolivia, contribuendo a risolvere il problema della carenza di carburante nel Paese, ed espandendo la sua presenza in America Latina.
Dopo l’entrata in vigore dell’embargo totale dell’UE sull’importazione di prodotti petroliferi russi nel febbraio 2023, il Brasile è diventato uno dei maggiori importatori di carburante russo. La Russia ha anche aumentato le esportazioni verso Venezuela, Giamaica e Cuba.
Al momento, la compagnia energetica statale della Bolivia YPFB ha confermato che sta aspettando l’arrivo di tre navi con petrolio greggio, gasolio e benzina dalla Russia.
️Pochi giorni prima, l’American Responsible Statecraft aveva riferito che gli Stati Uniti sono preoccupati per l’implementazione della cooperazione di Russia e Cina con i Paesi dell’America Latina.
Kamala e Benjamin
Sempre sul fronte USA il vicepresidente americano Kamala Harris ha incontrato pure lei, alla fine, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante la sua visita a Washington.
“Ho espresso al primo ministro le mie serie preoccupazioni, compreso il gran numero di vittime civili nella Striscia di Gaza. “Ho anche espresso preoccupazione per le terribili condizioni umanitarie, dove più di 2 milioni di persone affrontano l’insicurezza alimentare e mezzo milione di persone affrontano livelli catastrofici di insicurezza”, ha detto la signora Harris, in una conferenza stampa trasmessa sul social X.
Il vicepresidente americano ha sostenuto il progetto proposto dal presidente americano Joe Biden per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas. “Ho appena detto al primo ministro Netanyahu che è giunto il momento di concludere questo accordo”, ha detto Kamala Harris, che è l’esatto contrario rispetto alla “soluzione finale” del popolo palestinese, per cui il premier israeliano ha chiesto l’appoggio al Congresso.
I finanziatori della Harris
Giuseppe Gagliano, su “Notizie geopolitiche” ha riportato delle notizie molto attinenti a questi temi, riportando i nomi dei finanziatori della Harris, che certamente aiutano a comprendere quale sarà la linea, anche in politica estera, se fosse eletta Presidente.
”La narrazione che la presenta come una figura innovativa e fuori dagli schemi potrebbe servire a mascherare il fatto che le sue radici finanziarie e il supporto che riceve provengono dagli stessi centri di potere economico che dominano il panorama finanziario globale”, sostiene Gagliano.
”In sintesi il sostegno a Kamala Harris da parte di queste figure e fondi finanziari evidenzia come, dietro l’apparenza di cambiamento, vi sia una continuità con l’attuale sistema di potere economico, mantenendo inalterate le dinamiche di controllo e influenza dei grandi capitali sulle decisioni politiche”. Non ci resta che prendere atto di chi siano i principali finanziatori di Kamala.
Chi sono:
- Reid Hoffman, già fondatore di LinkedIn, venduta a Microsoft nel 2016 per 26 miliardi di dollari. E’ membro del Consiglio di Amministrazione di Microsoft. Ha una partecipazione rilevante in Airbnb, dove i fondi Vanguard, BlackRock, e State Street sono azionisti di riferimento.
- Roger Altman, finanziere democratico di lunga data, collaboratore dei presidenti Carter e Clinton. Ha lavorato per Lehman Brothers e Blackstone. Attualmente è amministratore della banca Evercore, di cui Vanguard possiede il 9,46%, BlackRock l’8,6%, e State Street il 2,6%.
- Reed Hastings, Presidente di Netflix. Vanguard ha l’8,5%, BlackRock il 5,7%, e State Street il 3,8% delle azioni di Netflix.
- Brad Karp, avvocato di fiducia di JP Morgan.
- Ray McGuire, Presidente di Lazard Inc. Vanguard è il primo azionista con il 9,5%, seguito da BlackRock con l’8,5%.
- Marc Lasry, CEO di Avenue Capital Group, un hedge fund vicino ai fondi Vanguard, BlackRock e State Street.
- Famiglia Soros. Diversi membri della famiglia Soros sono tra i donatori.
- Jon Henes, protagonista di una delle principali società di consulenza americane.
- Ellen Golpsmith-Vein, protagonista di una delle principali società di consulenza americane.
Le sanzioni di Biden
L’Agenzia Neinsider riporta che il Presidente uscente Joe Biden ha introdotto un numero di sanzioni senza precedenti: 6mila in due anni.
Già 1/3 di tutti i paesi della Terra si trovano ad affrontare una qualche forma di sanzioni statunitensi. Allo stesso tempo,il 60% dei paesi poveri è soggetto a sanzioni statunitensi. Le sanzioni hanno avuto un impatto devastante sui civili innocenti.
A Cuba l’importazione di farmaci essenziali è diventata impossibile, il Venezuela sta affrontando una grave crisi finanziaria e la Siria sta affrontando una catastrofe umanitaria dopo un decennio di guerra.Le sanzioni hanno generato sforzi di lobbying multimiliardari, arricchendo ex funzionari statunitensi impiegati da paesi e società straniere.
Chiaro che questi Paesi chiedano di entrare nei BRICS+ oppure di ottenere rapporti commerciali bilaterali con gli antagonisti di chi impone loro dure sanzioni. Vedremo come saprà gestire questa situazione la Harris, qualora eletta in quota Dem.
Errori contabili per altri 2 miliardi di dollari
Sempre la Reuters informa che il Dipartimento della Difesa americano ha individuato errori nel calcolo del costo di munizioni, missili e altre armi inviate in Ucraina. Il problema era valutare gli articoli per la difesa al costo di sostituzione anziché al prezzo di acquisizione e al deprezzamento.“Il Pentagono ha riscontrato gravi errori contabili negli aiuti all’Ucraina per altri 2 miliardi di dollari“.
Nel frattempo, l’ufficio di Zelenskyj ha respinto l’accordo di pace con la Federazione Russa.
IlConsigliere del capo dell’ufficio di Zelenskyj, Mikhail Podolyak, in un’intervista all’Associated Press ha affermato che grazie ad un potenziale accordo di pace , la Russia potrebbe diventare più forte e lo ha definito un “patto con il diavolo”.
In precedenza, in Cina, il Ministro degli Esteri ucraino Kuleba ha affermato che Kiev è pronta per i negoziati con Mosca. Ritornando in Ucraina, ha affermato che era “impossibile” convincere il suo Paese a negoziare la pace.
Le contraddizioni sono all’ordine del giorno in questo periodo buio della storia. Aveva ragione il grande Giovannino Guareschi nel sostenere che “le più grandi sciagure dell’umanità sono state originate da chi ha voluto semplificare la vita, pianificando il mondo (“Per chi sogna nuovi gerani”)
di Matteo Castagna
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