Le elezioni in Francia e la reazione (imbarazzante) della sinistra italiana.
Le urne transalpine sono ancora calde ma ormai è assodato: la sinistra di Mélenchon ha la maggioranza, risicata, dei seggi. Secondo il presidente francese Macron, terza Marine Le Pen, nonostante le elezioni abbiano dato ben altri risultati.
Infatti, il RN della Le Pen e alleati, ha raccolto i voti di 10.110.084 francesi, mentre il NFP di Mélenchon 7.005.499 e Ensemble di Macron 6.314.609 (Fonte Ministero degli interni francese).
Una sorpresa fino a un certo punto, visto che sapevamo che contro i movimenti identitari, ma anche contro quelli più destroidi e conservatori, vi è un accanimento non da poco.
Inoltre, il partito della Le Pen si è ancora presentato troppo moderato e questo è stato probabilmente ciò che più ha penalizzato la figlia del ben più carismatico Jean Marie.
La sinistra italiana confusa
Avremo modo più avanti di parlare di cosa non ha funzionato, ma ora possiamo concentrarci su come, da noi, si sta reagendo.
E lo spettacolino è come sempre penoso e ridicolo.
Ricordiamo quando Gentiloni, su Twitter, scriveva che era talmente felice della vittoria di Biden al punto di abbracciarsi da solo. E oggi stiamo vedendo i risultati.
Non è cambiato nulla a quanto pare, da noi si canta Bella Ciao contro Marine Le Pen, si è riscoperta l’esterofilia, i francesi sono il nuovo faro per l’Europa libera, laica, progressista e antifascista.
Eppure, basterebbe leggere un po’ meglio il programma per capire che i trionfatori d’oltralpe sono molto diversi dalla sinistra nostrana.
Dai programmi sociali alle posizioni di politica estera (ricordiamo il sostegno ad Assad, a Chavez, alla Palestina e persino alla Russia in un primo momento), fino ad un certo euroscetticismo e a un’aspra critica alla Nato, se metà del programma di Mélenchon fosse proposto da noi, avremmo la sinistra in piazza contro il populismo e contro il fascismo.
A quanto pare però l’euforia di aver scongiurato l’onda nera in Francia non permette alla sinistra, quella che dà patentini di analfabetismo funzionale a tutti, di conoscere nemmeno ciò per cui sta festeggiando, salendo sul carro del partito antifascista con più preferenze e scaricando Macron, che fino a ieri aveva ancora le terga umide di bava piddina.
Saranno mesi intensi, anche perché (vantandoci della nostra obiettività nei giudizi) Mélenchon offre spunti politici anche interessanti e vedremo se la sinistra italiana li contesterà come fa con gli omologhi in Patria o se farà finta di niente perché “l’importante è aver battuto i fascisti”.
Lorenzo Gentile
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