L’INSOPPORTABILE ARROGANZA E INVASIVITA’ DEL POLITICAMENTE CORRETTO
Sicuramente questo articolo non varrà il premio Pulitzer ma quantomeno un po’ di umana compassione dei lettori per l’immane maratona di visione di “bizzarrie “ alla quale il cronista si è sottoposto per redigerlo.
L’invasione della propaganda gender, in un insano e terrificante mix con i messaggi politicamente corretti che la affiancano e completano, è sotto gli occhi di tutti.
Non bastasse, avviene in un dominio dilagante ed incontrastato ad ogni ora del giorno e delle notte ed in ogni contesto, a prescindere dalla sua utilità ed opportunità.
La presenza martellante di rinvii alla cd ideologia di genere non è solamente percepibile, ma sta assumendo connotati di massività che rasentano l’esclusiva, in un rapporto di proporzionalità inversa rispetto alla oggettività irrilevanza e marginalità delle tematiche toccate, spacciate come comuni, trasversali e scontate, per tutti noi poveri mortali inguaribilmente affetti da un naturale bisogno di … semplice normalità
Partendo dall’ultimo caso (solamente in ordine temporale) oggetto di polemiche che hanno investito i pubblicitari, non si può che evidenziare come lo spot “moderno” sia più teso a innescare polemiche e scandalo che concentrato a promuovere prodotti o servizi (come dovrebbe invece essere nella logica e nella finalità funzionali).
Purché se ne parli…
Il contenuto dello spot, insomma, non deve vendere, ma suscitare reazioni, meglio se indignate e avverse, perché quello che conta è, come da vecchio brocardo, che se ne parli, anche male, ma purché se ne parli.
E allora viene meno la funzione connaturata allo strumento di marketing per eccellenza che si trasforma in strisciante, subdolo, e ormai palese (non più subliminale) mezzo di veicolo per messaggi politici ed aberranti, tanto estremi, quanto fastidiosi ed irrilevanti per le maggioranze trattate come spugne assorbenti passive, da piazzisti ideologici senza scrupolo o limite.
Anche a costo di sforzi non si riesce a comprendere il senso di un bacio esplicito in bocca tra due uomini, condito da inequivoche effusioni, per festeggiare un gol agli europei insieme a un gruppo di amici esultanti. Dove sarebbe la connessione tra un portale di vendite immobiliari con le intimità diversamente etero ?
Nella stessa ingenuità furbetta l’azienda “aperta” era scivolata anche alcuni anni fa, alternando baci omo tra lesbiche, nerboruti tatuati coi baffi ed immancabili coppie diversamente pigmentate.
Idealista, non sogni, non case, ma ideologiche sciocchezze.
Le serie televisive e la pubblicità
Pensate sia finita? Manco per sogno; il martellamento persuasivo (soprattutto declinato in chiave pseudo-romantica per ammorbidire la innaturalità dell’innaturale) è costante, nell’etere, ad ogni ora del giorno e della notte.
Non vi è serie televisiva dove non appaiano coppie miste (e vabbè … direte voi, è la società), intrecci amorosi tra persone di generi diversi, e persino pulsioni deviate di bambini e adolescenti, fatte passare per accettabili amenità quotidiane.
Per quale motivo, al fine di promuovere un deodorante, la nonna bacchetta la bambina perché gioca a calcio, spot da maschi ?
Perché per vendere delle caramelle, servono due uomini baffuti che si baciano?
Perché si invocano i diritti di emancipazione femminile per piazzare un assorbente?
Perché i bambini, per gustarsi in pace la merenda pomeridiana, si devono travestire da personaggi differenti al fine di sensibilizzare sulle necessità di accettazione del diverso?
Perché la promozione di una crema depilatoria deve essere associata alla ostentazione di ascelle pelose oggettivamente poco estetiche, in nome del diritto di scelta di come mostrarsi?
Esaltazione di scelte minoritarie
In estrema sintesi, perché esaltare l’omosessualità ed altri comportamenti (e scelte) devianti e oggettivamente minoritarie anche in contesti in cui non ci sarebbe bisogno, come se fossero modelli di condotta esemplari e pacifici?
Provate voi a spiegare senza imbarazzo determinate scene scientemente “normalizzate” ai nipotini durante la pausa del cartone “Aristogatti” …
Ah no … perché anche qui il cortocircuito dei cervelli sembra irrimediabilmente esploso, se anche i Gattoni randagi di Disney, in buona compagnia di Dumbo e Peter Pan, vengono censurati perché asseritamente razzisti (???!!!), e la povera Biancaneve sarebbe stata vittima di una molestia tramite un bacio non consensuale …
E per concludere sommariamente l’analisi, non è dato sapere quali siano o sarebbero i diritti “diritti civili” conculcati a fronte di una schiacciante predominanza di minoranze autoreferenziali e relative tematiche tra attori, presentatori, registi, comparse su ogni tipo di media accessibile alla maggioranza silenziosa … ma normale, quindi esclusa.
La società di oggi è focalizzata sul lessico e il politically correct e sta diventando, nella inerte acquiescenza dei più, la più infelice religione settaria del mondo.
Luca Armaroli
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