Ilaria Salis liberata oggi. Effetto psicologia delle folle
Dopo la recente vittoria di Ilaria Salis, eletta al Parlamento europeo con la lista AVS (Alleanza Verdi e Sinistra) la gente si chiede, con amarezza, come possa essere accaduto che una persona col suo curriculum di militante politica ambientalista e antifascista, molto “vivace”, fatto di 4 condanne, 29 denunce, 90.000 di debiti per occupazioni abusive alle case popolari di Milano ed un processo in corso in Ungheria, possa essere stata candidata e poi che ben 176.434 persone abbiano scritto il suo nome sulla scheda.
Se, il gen. Roberto Vannacci è stato premiato da mezzo milione di voti personali, il motivo non va ricercato tanto sulla sua figura, quanto su ciò che dice e scrive, politicamente scorrettissimo, che rispecchia perdipiù il buon senso comune della maggioranza degli italiani, messo in discussione dalle follie gender, woke et similia, che ci sta portando ad un “mondo al contrario”.
Il brutto anatroccolo e Carola
Va, anche, detto che i media gli hanno fatto almeno due mesi di propaganda gratuita, nel tentativo di creare il “brutto anatroccolo” impresentabile, ma, come accade spesso in questi casi, hanno creato un “bel cigno, tutto bianco e ben pasciuto” dalla scorpacciata di preferenze ricevute. Il Vannacci-pensiero va molto oltre le preferenze ricevute, e il globalismo lo sa.
Simile il discorso per la maestra precaria Ilaria Salis, alla cui popolarità hanno contribuito molto i media, ipocritamente inorriditi da una donna in catene davanti ad un “brutto, cattivo e fascista” giudice magiaro. Come se anche qui in Italia e nella culla della democrazia USA si utilizzassero metodi molto diversi, nei confronti di persone ritenute potenzialmente “violente” … Ma la propaganda pietista e buonista paga sempre, nel Belpaese, se si tratta di donne di sinistra, femministe e molto liberal.
Non si può dire lo stesso all’estero, ove la “capitana” Carola Rakete che speronò una lancia delle forze dell’ordine per attraccare in Italia e portare a termine la missione di scaricare immigrati clandestini, ha subito una sonora batosta elettorale in Germania.
Dunque, quale la differenza tra il successo di Vannacci e quello di Salis, al di là del grande aiuto televisivo per entrambi, in forme diverse?
Psicologia delle folle
Risponde Gustave Le Bon (1841-1931) nel suo libro più conosciuto ed apprezzato, scritto nel 1895: “Psicologia delle folle”. Le sue teorie, pur oggetto di dibattito e critiche, rimangono, ancora oggi, una pietra miliare nello studio delle dinamiche di gruppo e delle influenze sociali.
Laureato in medicina a Parigi, si appassionò di tematiche quali l’antropologia, la psicologia e la sociologia.
Lo studioso francese fu colpito dall’esperienza dei movimenti di massa che si verificarono nel corso della Comune di Parigi del 1871, quando vide coi suoi occhi le azioni del generale Boulanger e osservò l’ondata di fanatismo, che sconvolse la Francia dell’“affaire Dreyfus”. Questi avvenimenti lo indussero ad occuparsi dei fenomeni collettivi e dei processi mentali che li provocavano.
La folla che Le Bon studia va nella direzione della “folla organizzata”, ovvero di quei gruppi di persone che, pur non conoscendosi, escono di casa perché hanno un obiettivo comune da raggiungere, con una modalità, quale la manifestazione pubblica o l’esercizio del diritto di voto o altro.
La folla organizzata
Dunque, per Vannacci si può dire, con Le Bon, che c’è stata una “folla organizzata” che ha deciso di mandarlo a Bruxelles con l’obiettivo comune di rappresentare le istanze più conservatrici, più lontane dal Pensiero Unico e dalla propaganda di sinistra, che hanno portato ad un mondo ritenuto alla rovescia, nel campo delle consuetudini, dei principi, dei valori, della civiltà e del buon senso, dell’identità e delle tradizioni, tipici delle radici più profonde del Vecchio Continente.
Per Ilaria Salis non è possibile dire lo stesso, perché rappresenta un gruppo molto più ristretto e, soprattutto perché gli italiani non valutano come modello di vita colui che gira, qua e là, a picchiare poliziotti, appiccare incendi, occupare case popolari, o a prendere a calci e pugni gli avversari politici. Dunque, perché così tante preferenze ed il premio dell’immunità, che oggi la rende libera e senza bracciale elettronico a una persona ritenuta potenzialmente “pericolosa” dal Tribunale ungherese ma anche dal comune sentire, per i precedenti in Italia?
La psicoterapista dr. Giuliana Proietti scrive sul sito psicolinea.it: “Secondo il sistema di valutazione di Gustave Le Bon, gli animali, i pazzi, i socialisti, i bambini, i degenerati e i primitivi sono esseri inferiori, ma vi è un altro tipo di inferiorità: quella dell’uomo nella folla. In certe condizioni, infatti, osserva Le Bon, gli individui, all’interno di una folla, tendono a perdere la propria volontà autonoma e agiscono in base ad emozioni semplici, estreme e primitive, regredendo allo stato del selvaggio o del bambino, come sotto l’influsso di un ipnotizzatore”.
Ilaria Salis come Santa Maria Goretti?
Dice Le Bon: “Le menti inconsce dell’incantatore e dell’incantato, del leader e del guidato, si penetrano a vicenda mediante un meccanismo misterioso”.
Per Le Bon l’azione di un gruppo consiste principalmente nel rafforzare credenze esitanti. Ogni convinzione individuale debole viene rafforzata quando diventa collettiva. L’istinto primitivo, di cui parlava prima Le Bon, si concretizza nel segreto dell’urna, ove il singolo può esprimere in maniera totalmente sentimentale, quello che socialmente condannerebbe o non si sognerebbe mai di fare. La garanzia della segretezza fa sentire l’uomo debole come un leone per pochi minuti dentro una cabina elettorale.
Propagandata come fosse la paladina dei diritti degli oppressi e dei carcerati ingiustamente, il padre ha saputo far leva sulle emozioni individuali, quindi l’emotività di 150.000 persone, manipolate da un’informazione inficiata di una martellante propaganda, che ha finito per far sembrare Ilaria Salis come una Santa Maria Goretti, ingiustamente perseguitata dall’ingiustizia sociale di uno Stato fascista e oppressivo, che, nella realtà, non esiste. Ma è un totem ideologico efficace, che sa colpire l’obiettivo.
Il conto a Budapest non è affatto chiuso. Mentre ancora non sappiamo se pagherà i debiti per le occupazioni abusive a Milano, il giudice “brutto, cattivo e certamente fascista” perché si è permesso di opporsi ad un’antifascista, che nella mentalità progressista è al massimo una “compagna che sbaglia”, ma non può avere torti nelle idee, pare intenzionato a chiedere al Parlamento europeo la revoca dell’immunità. Se il Parlamento europeo votasse favorevolmente, il processo proseguirebbe durante il mandato. In caso contrario, proseguirà al termine.
Matteo Castagna
Il 2diPicche lo puoi raggiungere
Attraverso la Community WhatsApp per commentare le notizie del giorno:
Unendoti al canale WhatsApp per non perdere neanche un articolo:
Preferisci Telegram? Nessun problema: