Il peccato di aborto alla luce della tradizione cattolica
Molto si discute al giorno d’oggi dell’aborto volontario.
E ci vuole sempre più coraggio a riaffermare certi principi, in realtà abbastanza semplici ed evidenti.
Uno di questi è che l’aborto “è un delitto e non un diritto”, come ha giustamente spiegato un po’ di tempo fa la vicedirettrice del Tg1 Incoronata Boccia in una trasmissione televisiva.
Ed è nato un putiferio perché viviamo in una società sempre più ispirata da principi massonici e non da principi cristiani.
L’omicidio degli innocenti
Uno dei fondamentali principi massonici è il laicismo, da cui discende la visione oggi dominante dell’aborto.
L’aborto equivale ad eliminare intenzionalmente il frutto del concepimento, in una qualsiasi delle sue fasi, anche primordiale. L’aborto è considerato dalla Chiesa sempre come omicidio fin dal momento in cui la cellula uovo della donna viene fecondata (l’inizio di una nuova vita umana).
L’omicidio volontario di un innocente (come lo è il nascituro) è peccato gravissimo, è uno dei quattro peccati che “gridano vendetta al cospetto di Dio”, secondo il Catechismo Maggiore di San Pio X.
È un peccato contro la legge divina (quinto comandamento) e contro la legge naturale, scritta nel cuore di ogni uomo, di qualsiasi cultura e paese del mondo.
Le responsabilità del medico
È gravemente responsabile del peccato di aborto, sia il “medico” (se così si può chiamare) che lo esegue direttamente, sia la donna che ne fa richiesta. L’aborto in ogni sua forma viene condannato chiaramente dal Magistero infallibile della Chiesa, ad esempio nell’enciclica “Casti Connubii” (Pio XI, 1930) e nel “Discorso di Pio XII alle Ostetriche” (1951).
Le difficoltà, per quanto grandi siano, in cui una donna può trovarsi rimanendo incinta contro la sua volontà, non rendono tuttavia mai lecito ciò che è intrinsecamente immorale.
Inoltre, bisogna tenere ben presente il principio secondo cui “il fine non giustifica mai i mezzi”.
Questo principio rende illecito l’aborto diretto persino nel caso in cui è a rischio la vita della madre.
In uno Stato cattolico, dal punto di vista legislativo, l’aborto dovrebbe essere totalmente vietato e punito dallo stato, come insegna infallibilmente l’enciclica sopra citata.
Leonardo Saracino
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