La grande sostituzione etnica nell’indifferenza degli italiani
Torino – Treviso: l’Islam Made in Italy traccia una linea di distruzione della cultura italiana da ovest a est, con beneplacito di tutta la politica italiana da sinistra a destra.
La questione non nasce con l’esautorazione di Dante – colpevole di aver “giudicato” Maometto nella sua Commedia – né con l’invito a celebrare un sermone un pro-jihad in due diverse scuole del nord Italia, ma inizia molto prima, con la rimozione del Crocefisso nelle scuole e dei simboli tradizionali del Natale e ancor prima con gli sbarchi premeditati e controllati tramite ONG.
Inutile chiudere il recinto adesso
Capiamoci, perché è fondamentale: questo non è un ultimatum, non è una chiamata alle armi, perché è semplicemente tardi e inutile, bensì è il ritratto attuale, attualissimo di un Paese che Italia fu e Italia non è più.
Ciò che fu Roma è soltanto un misero sobborgo di una estesa città in cui le famose tre scimmiette la fanno da padrone. Non vedo, non sento e non parlo e così facendo si giunge a vedere in ritardo, a sentire il fragore invece del bisbiglio, a parlare a vanvera invece di dire una semplice parola: no!
Sottomissione, non c’è alternativa
No all’afflusso premeditato, no all’accettazione sconsiderata, no a qualunque genere di sopruso e abuso. Mi è giunta all’occhio una vignetta in cui una donna bianca è sacrificata sull’altare sessuale da un gruppo di extracomunitari islamici, mentre il padre, bloccato e additato come razzista dalle forze dell’ordine, grida impotente: Quella è mia figlia!…
Lo schermo dello smartphone ha rischiato la frantumazione.
Fate mente locale e pensate se quella ragazza fosse vostra figlia…
Sostituzione etnica, con le buone o le cattive
La regia di quella che è definita Sostituzione etnica ha lavorato bene, trovando terreno fertile in una popolazione debole e oltremodo indebolita da battibecchi politici senza fine e senza un fine, da buonismi di puro interesse, da un lascivo comportamento irresponsabile di genitori che si dicono amici dei propri figli e che concedono troppo e negano troppo poco, dalle scuole di ogni ordine e grado che vendono una verità politica anziché storica.
Del resto, la via maestra per l’indebolimento della cultura italiana passa proprio l’ammaliare le generazioni in erba che non saranno mai alberi d’alto fusto.
Dai frutti li riconoscerai
Ora mi si venga a dire che è sempre stato così, che le nuove leve sono sempre state il bersaglio di qualsiasi propaganda di regime… Bene.
Sì, è così, ma il problema non sta nel fiore o nel frutto, nel fusto ormai cresciuto, ma in ciò che contiene il seme.
Se il seme piantato avesse contenuto l’assunto “Sangue e suolo” stiamo pur certi che oggi questa Italia sarebbe ben diversa.
Lo aveva ben scritto Evola nella sua Dottrina della razza: Una razza può degenerare, anche restando biologicamente pura, se la parte interiore e spirituale è morta, diminuita o obnubilata, se ha perso la propria forza…
Cristian Borghetti
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