25 aprile, l’evoluzione di una festa antitaliana – Sta arrivando nuovamente a riempire i giornali di retorica e di odio, la data che tutti aspettano ancora più del Natale.
Arriva il 25 aprile, una data che ormai rappresenta l’emblema dei controsensi, di tutto al contrario di tutto.
La festa voluta dai Savoia
A cominciare dalla storia. Il giorno festivo fu istituito con un decreto luogotenenziale da colui che, da lì a pochi, giorni, sarebbe diventato l’ultimo Re d’Italia.
E non veniva celebrata la libertà dalla dittatura ma dallo straniero, creando un ponte con l’esperienza risorgimentale conclusa pochi decenni prima.
Poco più di un mese dopo, l’Italia diventava una repubblica, cercando di spacciarsi per qualcosa di nuovo ma portandosi dietro tutta la rendita passata, dalle conquiste sociali dei vent’anni precedenti allo stesso 25 aprile, considerandolo uno dei suoi fondamenti.
Da quel momento, questa ricorrenza, nata già divisiva, iniziava la sua strada verso la frammentazione di una nazione che aveva da poco ritrovato la sua identità.
Gli avvelenatori di pozzi del PCI
Fu prima caricata di livore ideologico, con i vari colori che si facevano la guerra per monopolizzarla, rossi in primis. E nonostante tutto, almeno in apparenza, veniva considerata una festa ancora patriottica, dove prima sventolava il tricolore e poi le bandiere dei partiti che mossero la resistenza.
Con il crollo della prima repubblica, la fine del socialismo in Europa e la nascita della UE, il 25 aprile è stato nuovamente cambiato. Ogni riferimento alla Patria e alle lotte sociali è stato spazzato via, associato al fascismo. La storia è stata reinventata, l’antifascismo è diventato ideologia che ha epurato tutte quelle a cui aderivano i partigiani, dal democristianesimo al liberalismo nazionale, fino agli stessi social-comunisti.
Il fascismo viene arricchito di qualsiasi contenuto sgradito ed il 25 aprile diventa la scusa per attaccare tutto ciò che non è progressista, anche se faceva parte della cultura dei partigiani.
La parata grottesca odierna
La resistenza oggi la fanno femministe coi baffi, abortisti, nemici delle bandiere e delle frontiere, e la fanno contro la repubblica italiana nata dalla stessa resistenza. Perché oggi viene celebrato questo sistema di cui però tutti si lamentano, trasferendosi in Paesi lontani perché la loro Italia, che sarebbe fondata sull’antifascismo, non funziona.
Questa festa, se la vogliamo definire tale, rimane solo divisiva ed è una valvola di sfogo per chi rifiuta la realtà, utile solo a organizzare gite fuori porta approfittando del ponte primaverile.
Bella ciao? No, ciao belli!
Lorenzo Gentile
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