23 Ottobre 1942: la folgore entra nella leggenda – El Alamein, sulla costa mediterranea dell’Egitto ad ovest di Alessandria, in arabo significa ‘le due bandiere’.
La battaglia che di El Alamein porta il nome, iniziata il 23 ottobre e conclusa il 3 novembre, in realtà, non durò pochi giorni, ma mesi.
Il 1 luglio del 1942, infatti, l’Armata corazzata italo-tedesca comandata del feldmaresciallo Rommel, costituita dalla Panzerarmee Afrika tedesca (ridenominazione del Deutsches Afrika Korps) e da due corpi d’armata italiani, uno di fanteria ed uno meccanizzato, dopo la grande vittoria di Gazala e dopo aver costretto la guarnigione di Tobruk (forte di 33.000 uomini) alla capitolazione, era riuscita ad addentrarsi in Egitto, con l’obiettivo di troncare la vitale linea di rifornimenti britannica del canale di Suez, occupando i campi petroliferi del Medio Oriente. Era in gioco il controllo del Nord Africa, via naturale per rovesciare gli equilibri mediterranei, arrivare a Suez, attaccare la cosiddetta ‘fortezza Europa’. Alla fine di luglio, però, la battaglia finì in stallo, ma fu decisiva per fermare l’avanzata dell’Asse verso Alessandria d’Egitto.
La battaglia di Alam Halfa
Un secondo tentativo di sfondare le linee Alleate venne sventato dalle forze del Commonwealth nella battaglia di Alam Halfa in agosto. Quando gli inglesi sferrarono a loro volta il contrattacco, il 23 ottobre 1942, l’esercito italiano era stremato. Senza cibo, viveri, medicine. Senza rinforzi, quasi senza armi. La sproporzione a favore degli angloamericani, che erano comandati dal generale inglese Montgomery, era tale che la battaglia avrebbe dovuto concludersi in poche ore. Il nemico era superiore nella misura addirittura di 15 a 1. Gli inglesi schierarono oltre 1000 carri e 200 semoventi, mentre i corazzati italiani non arrivavano a 500. Ma nonostante questo i ragazzi, la meglio gioventù, mandata al massacro al fronte, resistettero fino all’ultimo senza mai alzare le braccia in segno di resa. Furono tredici i giorni nei quali i paracadutisti si batterono, strenuamente, al fianco delle Divisioni ‘Ariete’, ‘Littorio’, ‘Pavia’, ‘Brescia’, ‘Bologna’, ‘Trento’ e ‘Trieste’.
Gli ultimi a cedere a El Alamein furono i paracadutisti della Folgore.
Abbarbicati al margine della depressione di El Qattara, avevano di fronte il 13° corpo d’armata che, secondo la versione inglese, doveva impegnarsi solo per dare vita a un falso scopo, mentre in realtà dovette combattere una delle più dure e logoranti battaglie locali di sfondamento dell’intero fronte. Gli uomini della Folgore resistettero per 13 giorni senza cedere un metro. Un costo altissimo, soprattutto per la Divisione ‘Folgore’: quando finalmente il 4 novembre sul campo di battaglia calò il silenzio, a ricevere l’onore delle armi furono poche centinaia di soldati. Alla resa ebbero l’onore delle armi e il nome della loro divisione restò da allora leggendario. La BBC inglese l’11 novembre, a battaglia conclusa, commentò: “i resti della divisione Folgore hanno resistito oltre ogni limite delle possibilità umane”. Il primo ministro inglese Winston Churchill, all’indomani della battaglia, disse: “dobbiamo inchinarci davanti ai resti di quelli che furono i leoni della Folgore”.
I leoni della Folgore
Un sacrificio ben sintetizzato dalle parole della Medaglia d’Oro, Ten. Col. Alberto Bechi Luserna: “Fra sabbie non più deserte sono qui di presidio per l’eternità i ragazzi della Folgore, fior fiore di un popolo e di un esercito in armi. Caduti per un’idea, senza rimpianti, onorati dal ricordo dello stesso nemico”. La battaglia di El Alamein provocò la morte di 13.500 inglesi, 17.000 italiani, 9.000 tedeschi e fu una delle più decisive della seconda guerra mondiale: scrisse la parola fine al tentativo italo-tedesco di controllare il canale di Suez, consegnando il dominio assoluto del Mediterraneo agli inglesi. Cancellando dallo scacchiere un intero fronte, in prospettiva aprì la strada al secondo fronte, ossia allo sbarco in Sicilia destinato a portare gli alleati in Europa.
80° anniversario della battaglia di El Alamein
Domenica scorsa, 23 ottobre, nella caserma “Gamerra di Pisa, è stato celebrato l’80° anniversario della battaglia di El Alamein. Facciamo nostre le parole del Comandante della Brigata ‘Folgore’, Gen. B. Roberto Vergori, che ha sottolineato come “tenere vivo il ricordo del valore e dell’abnegazione di quella generazione di italiani, che non fecero più ritorno dalle dune sabbiose del deserto, sia la forma più alta di insegnamento. Quegli eroi, infatti, diedero vita a una tradizione tramandata e raccolta dagli attuali baschi amaranto, con passione, dedizione e spirito di corpo”.
Antonio Gatti