23 novembre 1980: il terremoto d’Irpinia – E io lo ricordo quel maledetto 23 novembre.
Ero un bambino ma ricordo perfettamente gli interminabili 90 secondi. Le urla di mia madre che ci diceva di uscire di corsa di casa. La gente spaventata. Io non capivo che stava succedendo ma percepivo la paura di chi mi stava intorno. La notte passata all’aperto in campagna, c’era tutto il paese…. C’erano i fuochi accesi, ma nessuno parlava…aspettavamo.
La grande paura
Avevamo paura per amici e parenti nei paesi vicini, nel resto della Campania, in Basilicata… Non avevamo notizie se non frammentarie ed incomplete. All’alba tornammo alle nostre case con la paura di scoprire qualcosa di brutto, ma per fortuna il mio paese era salvo. Ma non per tutti fu così…
Iniziavano ad arrivare le prime notizie… 1000, 2000, forse 3000 morti. Paesi di cui rimanevano solo macerie, famiglie distrutte. Uomini, donne, bambini morti!
Campania e Basilicata colpite al cuore
Quella sera, alle 19, 34 minuti e 53 secondi la mia regione e la vicina Basilicata morirono…
Ricordo come se fosse oggi quel momento, la corsa a sapere se i nostri parenti stavano bene, se i nostri amici erano salvi… Non esistevano i mezzi di comunicazione di oggi…l’attesa, l’ansia…. La paura di una nuova scossa… La paura che tutto potesse essersi fermato quella sera.
Le prime immagini in televisione, le case crollate, i soccorsi (che poi si seppe furono insufficienti e forse si sarebbe potuto salvare qualche altra persona se adeguati) , le lacrime dei familiari delle vittime, le parole dei cronisti… Un incubo! Stavamo vivendo un incubo ad occhi aperti. Finalmente potevamo entrare in casa sembrava essere integra…eravamo fortunati!
La notte nessuno dormiva, ad ogni rumore pensavamo a quei 90 secondi…e così per i giorni a seguire.
Una tragedia che non passa
Ancora oggi, dopo 40 anni, alla minima scossa torno alla mente a quella notte. Ascolto i commenti di chi ha sentito la “scossa”…:” Non finiva mai…ho avuto paura… È durata poco ma è stata intensa” quasi sorrido pensando a quanto sono fortunati a non aver vissuto quella notte e ad avere la fortuna di potersi spaventare per una piccola scossa, perché in Campania, quella notte non ci fu il tempo di spaventarsi mentre le case venivano giù come i castelli di sabbia quando si alza la marea.
Nessuno di noi ha mai dimenticato quei 90 secondi. In tanti hanno perso qualcuno o qualcosa e in tanti, come me, quella notte hanno visto la propria regione morire e forse stiamo aspettando ancora di vederla tornare a vivere.