2 Giugno: l’insopportabile retorica repubblicana – 2 giugno: l’Italia è una repubblica fondata sulla retorica.
La liturgia laica della repubblichina
È passata la seconda, grande festa di questa Italia un po’ malandata.
Come per il 25 aprile, anche durante il 2 giugno gli attacchi del progressismo liberal e antifascista tacciono; arriva il contrordine, l’Italia non è più il Paese dei furbetti, non è più il carrozzone che mantiene i dinosauri e fa scappare i giovani.
No, durante il 2 giugno diventa nuovamente l’avanguardia, con la costituzione più bella del mondo perché laica e antifascista (dove sta scritto non lo sappiamo, ma tant’è), il solito discorso di Mattarella commuove.
Per un giorno il tricolore è tollerato
Persino gli antifascisti si riscoprono “patrioti”, accettano di vedere sventolare il Tricolore (purché accompagnato dal drappo blu) anche se lo considerano il simbolo dell’intolleranza nazionalista, accettano la sfilata dei militari, dimenticando per un attimo il mantra antifascismo=antimilitarismo.
Intanto l’Italia muore
E quindi buona festa della Repubblica, parole scritte sui social ma condivise da un monolocale di Amsterdam o da un container in Australia, perché l’Italia è bella perché repubblicana ma solo se vista da fuori. Da domani si riprende ad odiare questa Nazione, anzi Stato, perché la parola nazione è contraria ai valori antifascisti.
Si continua a sputarle addosso, a vergognarsi delle proprie radici, ad attaccare chi nonostante tutto rimane e spera in un futuro migliore per quest’ Italia che non è nata repubblicana, ma semplicemente italiana.
Lorenzo Gentile