Le mani di Xi Jinping sulla Cina – Al decimo congresso del Partito Comunista Cinese che si è svolto a Shangai lo scorso 23 ottobre, Xi Jinping incassa il terzo mandato di Segretario Generale.
Un potere incontrastato
Gli altri sei elementi del Politburo, organo direttivo del partito e di fatto direttorio di tutta la repubblica popolare cinese, sono fidatissimi di Xi Jinping che di fatto ha accentrato su di se tutto il potere. La Cina è vicina, dicevano. E mai così tanto. La seconda spina nel fianco del mondo dopo gli USA sembra aver preso esempio dall’Europa, mettendo ai suoi vertici una ristretta cerchia di oligarchi che hanno intessuto il potere politico quello economico.
I prossimi anni della presidenza di Xi Jinping saranno cruciali per tutto il mondo in quanto la Cina è e sarà sempre di più al centro dello scacchiere geopolitico mondiale. Pragmatismo, opportunismo e utilizzo del soft power abbondano nella linea politica cinese; politica che, seppur divergente dagli interessi occidentali va considerata attentamente.
Il sodalizio sino-russo
La scelta di appoggiare, anche se in maniera discreta, la Russia va letta alla luce delle rivendicazioni territoriali di Taiwan e soprattutto è un messaggio diretto agli USA. Se l’amministrazione Biden mai rischierà un conflitto diretto con la Russia per le terre russofone di Ucraina, lo farà certamente per non consegnare l’isola di Taiwan nelle mani cinesi. L’isola è un crocevia strategico fondamentale e il controllo della stessa cambia radicalmente i rapporti di forza in tutto il pacifico.
E’ così fondamentale il controllo dell’isola di Taiwan che la Cina mette da parte la competizione locale con la Russia (nell’area infatti la compagine asiatica russa è una potenza regionale in grado di ledere la leadership cinese) che non si misura solo in campo economico ma anche in campo militare.
La via della seta
Concretizzare le vie della seta, colossale progetto cinese per stabilire un canale diretto con l’Europa sarà un’altra sfida fondamentale per l’amministrazione di Xi Jinping. Dopo aver acquisito quote importanti dei maggiori porti europei (tra cui soprattutto il porto di Atene ma anche di Trieste) la realizzazione della via della seta verso l’occidente cambierà gli assetti economici tra USA ed Europa.
L’Italia dorme
Per quanto in Italia dunque la Cina ci sembri una realtà lontana ed aliena dovremo nei prossimi anni fare i conti con il “peso geopolitico” di questo mastodonte, soprattutto ora che le sanzioni occidentali hanno spinto la Russia, ob torto collo, nelle mani, o nelle spire, del dragone. E’ tempo che l’Europa si liberi dalla gabbia imposta dall’Unione Europea, oggi non dobbiamo più urlare “Né Washington né Mosca” ma “Né Washington né Pechino”, con l’Europa vera da Lisbona agli Urali.
Lorenzo Gentile