19 maggio 1987 Muore Almerigo Grilz – L’Inviato Ignoto – Una pallottola vagante, all’alba del 19 maggio stronca la vita di Almerigo Grilz, primo reporter di guerra italiano morto in “azione” dal 1945.
Chi era Almerigo Grilz?
Militante politico fin da giovanissimo, fu dirigente del movimento studentesco Fronte della Gioventù (FdG) e del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale, nonché consigliere comunale a Trieste.
Nell’organizzazione giovanile FdG, nel 1977, diventa dapprima capo cittadino, poi vicesegretario nazionale.
Redattore di “Dissenso” periodico del FdG inizia, già negli anni ’70, ad appassionarsi al giornalismo e ai reportage nelle zone di guerra. Come freelance realizzerà i suoi primi servizi sul conflitto in Libano girando tra i Cristiani-maroniti.
Da quel momento la sua passione ha un crescendo che lo porterà a fare del giornalismo di guerra la sua professione.
Lascia la militanza politica e le relative cariche non più compatibili con i lunghi periodi di permanenza all’estero. Mette la sua determinazione e coraggio al servizio delle cause “scomode” portando le testimonianze dai fronti di quelle guerre all’occidente borghese.
Dalla lotta contro l’Armata Rossa sovietica in Afghanistan, all’invasione israeliana del Libano e gli scontri tra Drusi e Maroniti a Beirut le sue immagini faranno il giro del mondo ma poco e male lo saranno in Italia.
Se CBS e NBC (USA), France3 acquisteranno i suoi servizi in Cambogia tra i guerriglieri di Pol Pot in lotta contro il regime filovietnamita e quelli sulle lotte di sopravvivenza dei Karen – la minoranza stretta tra Birmania e Thailandia – facendo conoscere Almerigo a livello mondiale.
Nel 1983 fonda Albatross, agenzia giornalistica, e lo fa con Gian Micalessin e Fausto Biloslavo, amici fin dai tempi del FdG, che tutt’ora sono tra i più apprezzati corrispondenti italiani da scenari di guerra e tensione internazionali.
La Morte
“In mezzo ai guerriglieri, ai soldati, alla battaglia non pensi mai che verrai colpito. Sei in mezzo per raccontare, vedere, riportare…” Con queste parole Almerigo Grilz, in una intervista alla trasmissione “Jonathan Dimensione Avventura” descriveva il senso della sua passione, del suo lavoro di reporter di guerra.
Almerigo trovò la morte il 19 Maggio 1987 in Mozambico, mentre seguiva i combattimenti tra i guerriglieri anticomunisti del RENAMO e i governativi, colpito da una pallottola vagante.
Riposa sepolto sotto un grande albero nella provincia di Sofala.
Gian Micalessin ha realizzato un documentario, filmato e montato assieme alle immagini girate dall’amico e collega fino all’ultimo istante prima di morire. Il documentario s’intitola L’albero di Almerigo.
L’eredità
Ad Almerigo è stato dedicato un fumetto con la sua storia prodotto da Ferrogallico con la storia di questo giornalista che ben poche commemorazioni ha ricevuto negli anni a causa del suo “peccato originale” di esser stato missino con orgoglio e onore.
Commemorazioni da parte dei suoi amici e del suo “mondo” non sono mancate e, anzi, vedono quest’anno espressione concreta e tangibile del senso che questi danno al Ricordo e al Presente.
Promotori Fausto Biloslavo e Gian Micalessin, con Associazioni come Articolo1 e altri è stato presentato, lo scorso 15 maggio a Milano, il “Premio giornalistico Almerigo Grilz”.
Con “l’ambiziosa intenzione di “essere anche un incentivo per una nuova leva di giornalisti, uomini e donne, accomunati dalla passione di informare in modo intelligente e coraggioso ma soprattutto libero dai condizionamenti politici e dalla dittatura dei dati di vendite e degli ascolti. Con un solo obiettivo: raccontare storie vere.” Porta Almerigo come Esempio concreto per un mondo, quello della comunicazione, in profonda crisi di valori e qualità.
Non dimentichiamo Grilz così come non dimentichiamo nessun caduto
Son tutti Presenti e al nostro fianco
Alfredo Durantini